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1992



Noi il botto lo sentimmo veramente. La TV per una volta ci diede una notizia di seconda mano, perché il tam-tam per le vie di Palermo era stato velocissimo: avevano fatto saltare in aria Borsellino e la sua scorta.

Eravamo increduli e sgomenti ... fin dove volevano spingersi quei maiali? Cosa volevano? Ucciderli davvero tutti?

Paolo rimase solo dopo l’attentato di Capaci, sapeva che sarebbe toccato a lui eppure rimase, perché non poteva fare un torto al suo amico Giovanni, non poteva mollare.

Inoltre aveva in mano qualcosa … Qualcosa che avrebbe potuto fare luce sui legami ignominiosi tra mafia e politica, qualcosa che venne occultato da chi non voleva che tali legami venissero resi pubblici.

Le strade di Palermo non mi sono mai sembrate così tristi come allora, la città non mi è mai sembrata così priva di prospettive e speranze … Così dolorosamente permeata dell’ odore delle morti di Piersanti Mattarella, di Pio La Torre, di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Rocco Chinnici, di Giuseppe Fava, di Peppino Impastato, di Boris Giuliano, di Pino Puglisi, dei ragazzi delle scorte, dei braccianti di Portella delle Ginestre e dei tanti, tantissimi altri innocenti senza nome … Una guerra! Palermo come Beirut! Ciancimino come Riina! Noi … impotenti ed accerchiati.

Sentivo che dovevo scappare da tutto questo, non sentire mai più esplosioni che dilaniano carni, che spezzano ossa, che spengono vite, che tolgono speranze!

Non scappai, ma lo stesso andai via e quel botto… è dentro di me. Ha segnato e cambiato la mia esistenza, la mia strada, ed ha in qualche modo risvegliato la mia coscienza di uomo libero.

Adesso mi dicono che qualcosa è cambiato, che i porci sono in gabbia, che altri porci sono sotto assedio, che la risvegliata coscienza civile sta lottando contro la sotto-cultura mafiosa. Vorrei poterci credere, ma l’eco di quel botto è ancora nell'aria … i legami tra mafia e politica scoperti da Borsellino ancora oscuri, la sua agenda rossa occultata, gli onorevoli burattinai romani ancora a piede libero, prescritti, rimbambiti e contenti.

Dicono che qualcosa sta cambiando.

Vorrei tanto poterci credere...



Copyright © 2013 Mauro Tavano



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